"Joseph Wood - è giunta notizia dall'Arizona - non ce l'ha fatta ad evitare la pena di morte ed è stato giustiziato con la ormai tradizionale iniezione letale".
Anche questo episodio è di una gravità drammatica perché c'è ancora chi, come gli Usa, non ha ancora abolito la barbarie della pena di morte. Ma, anche qui, non è tutto. L'effetto letale dell'iniezione non è avvenuto entro i dieci minuti soliti, ma dopo un'atroce agonia di quasi due ore. Ancora peggio, poco tempo fa, dell'agonia di 43 minuti del condannato Clayton Lockett nel carcere di Oklaoma e dell'agonia di 26 minuti del condannato Denis Mc Guire nel carcere dell'Ohio. E tutto questo perché l'Europa non sta giustamente fornendo più, alle carceri Usa, i farmaci e i sedativi per le condanne a morte. E perché le carceri Usa, invece di cogliere l'occasione per mettere la parola fine a quella barbarie, hanno cominciato a sperimentare farmaci e sedativi "fatti in casa" e fatti, evidentemente, male. Ma questi sono, ancora oggi, quegli Usa i quali, poi, vanno a difendere i diritti umani, ipocritamente, là dove vengono violati nel resto del mondo. E questi sono, ancora oggi, molti cittadini Usa i quali, conosciuta la sofferente e lunghissima agonia del condannato Joseph Wood, non si sono minimamente turbati, ma hanno dichiarato: "Ha avuto quello che si meritava".
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