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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 27 giugno 2013

Stipendi d'oro per programmi patacca

"I nomi non posso citarli in ottemperanza alla "Legge sulla privacy" - ha rivelato, ai membri della "Vigilanza Rai", il direttore generale dell'ente radiotelevisivo di Stato, Luigi Gubitosi - ma posso rivelare che, tra i dirigenti amministrativi, tre percepiscono più di 500 mila euro l'anno, uno tra i 400 e i 500 mila, quattro tra i 300 e i 400 mila, trentaquattro tra i 200 e i 300 mila, centonovanta tra i 100 e i 200 mila, sessantotto sotto i 100 mila. Tra i dirigenti giornalisti, poi, uno più di 500 mila, tre tra i 400 e i 500 mila, tre tra i 300 e i 400 mila, ventiquattro tra i 200 e  i 300 mila, duecentosettantatre tra i 100 e i 200 mila, diciotto sotto i 100 mila.
Roba da non credere. Non solo se questi stipendi vengono messi in relazione con quelli di migliaia di altri dirigenti pubblici e giornalisti, ma soprattutto se vengono messi in relazione con quanto la Rai-tv produce, quotidianamente, di "Quarta serie". Con i suoi telegiornali incompleti e ossessivamente ripetitivi, i suoi programmi di intrattenimento che neppure i bambini o - al contrario - vietati ai minori, i suoi film ripetuti ogni anno fino alla noia, i suoi teleromanzi stirati e scontati da "Grand Hotel", il suo "Televideo" scandaloso per i suoi errori perfino di grammatica e di sintassi. La "privacy", certo, ma sarebbe stato interessante conoscere almeno il nome e la faccia, oltre che il "cursus" scolastico e il "curriculum", del giornalista - dallo stipendio certamente d'oro - il quale dirige, ad esempio, proprio quel "Televideo"  scandaloso.
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