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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 7 giugno 2013

La Costituzione, Ingroia e il Csm

"Chi serve lo Stato - così si è autorevolmente espresso, in una intervista, l'ex presidente della Corte costituzionale Piero Alberto Capotosti - non può fare politica. Ci sono due chiari divieti. Uno è l'articolo 98 della Carta che recita come i magistrati non possano iscriversi ad alcun partito politico. L'altro è un decreto del 2006 che, tra gli illeciti che vi sono tipizzati, include il divieto di assumere posizioni politiche e di fare dichiarazioni che possano mettere in dubbio anche solo l'immagine di imparzialità del magistrato".
Ma allora - viene da chiedersi - come mai Antonio Ingroia, anche dopo essere stato destinato quale pubblico ministero ad Aosta dopo l'aspettativa elettorale, sta continuando a fare tranquillamente politica come "leader" della nuova formazione "Azione civile"? "Sarà il Consiglio superiore della magistratura - ha espresso il suo parere l'ex presidente Piero Alberto Capotosti - a dover prendere una iniziativa, aprire un procedimento e valutare". Certo. Ma il fatto è che il Cosiglio superiore della magistratura, finora, non ha visto, non ha sentito, non ha parlato. Come le tre classiche scimmiette. E, come le stelle del famoso romanzo di Cronin, sta lì a guardare. Salvo agitarsi e prendere posizioni anche dure, se qualcuno si azzarda a farglielo notare.
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