"La Chiesa deve portare avanti le sue opere - ha detto, nell'omelia di oggi nella cappella di Santa Marta, Papa Francesco - con spirito di povertà e non di imprenditorialità".
Correttamente evangelico. Nell'attesa che lo spirito di povertà prenda però completamente il posto dello spirito di imprenditorialità, sarebbe almeno auspicabile, intanto, che la Chiesa pagasse la giusta Imu sulle sue attività e sui suoi immobili che tuttora gestisce anche ad uso parzialmente commerciale. Per dare a Dio quel ch'è di Dio, certo, ma a Cesare quel ch'è di Cesare. Con tante scuse ai ricchi imperi dei vari ordini religiosi, alla banca vaticana Ior e a certi ambienti della Curia romana.
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