"Abbiamo votato all'Ufficio di presidenza di Montecitorio - ha annunciato trionfalmente, la Presidente della Camera, Laura Boldrini - il taglio degli stipendi dei nostri dipendenti e un massimo percepibile di 240 mila euro annui".
E, invece, un vero e proprio "bluff". Perché, attraverso "furbizie" varie, i tagli finiranno per essere minimi e la soglia dei 240 mila euro annui tranquillamente scavalcata. Due soli esempi, ma significativi. Il primo: un barbiere della Camera, dopo questa "clamorosa" riduzione degli stipendi, finirà per intascare, poveretto, 99 mila euro annui. Il secondo: un consigliere avrà sì uno stipendio di 240 mila euro, ma poi, con l'aggiunta di 50 mila euro di oneri previdenziali pagati in sua vece e le indennità di funzione calcolate con percentuali varie, finirà per intascare, poveretto anche lui, 300 mila euro circa. Non solo: tutto questo "a regime completo", addirittura, entro il 2018. E quindi, in conclusione, con un risparmio, da parte dello Stato, di una cifra assolutamente risibile. Un "bluff", appunto. Ma del quale la Presidente della Camera, Laura Boldrini, si è dichiarata molto orgogliosa e soddisfatta. Ma offesa, anche, per certi rilievi oggettivi che sono stati mossi al suo "trionfale taglio".
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