"Un successo di Matteo - hanno comunque voluto sottolineare le "truppe renziane" - pur di fronte ad un'opposizione scatenata".
Ineccepibile. Solo che il Pd, in questa battaglia sulla riforma del lavoro, ha però dovuto registrare qualche perdita al suo interno. Casson si era già autosospeso dal partito, Walter Tocci ha dichiarato che avrebbe votato la fiducia per non creare difficoltà al Governo, ma si sarebbe poi dimesso da senatore, Lucrezia Ricchiuti e Corradino Mineo non hanno partecipato al voto, ventisette senatori hanno stilato un documento (cui hanno già messo la firma anche nove deputati) che fissa limiti a quello che dovrebbe essere il testo definitivo alla Camera. Ma Matteo Renzi ne rimarrà in qualche modo preoccupato? Chi lo conosce pensa proprio di no. Proverà ad invitare tutti a "stare sereni". E, se poi sereni alcuni non vorranno stare, "gufassero" pure tanto a lui, pur se "poco gli garba", comunque non gli "dà noia". Diavolo di un Matteo.
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