"Stava dormendo - sotto una tettoia della stazione romana di Trastevere - quando un vigilante l'ha svegliata e l'ha invitata ad uscire perché da regolamento, passato l'ultimo treno notturno, i locali dovevano essere chiusi. E lei: "Non posso uscire perché il giudice, per via di certi miei piccoli reati, mi ha fissato qui la residenza coatta e, se i carabinieri qui non mi trovano, sarei accusata di evasione". E si è rimessa tranquillamente a dormire".
Che cosa fare per il povero vigilante e per i funzionari da lui interpellati sul caso? Ebbene niente. Perché - si è appurato - se lei fosse stata mandata fuori dalla stazione-residenza coatta, le Ferrovie si sarebbero macchiate del reato di concorso in evasione. E, se lei fosse rimasta lì e la stazione fosse stata chiusa con lei dentro, si sarebbero macchiate del reato di sequestro di persona. Da qualche notte, così, la stazione romana di Trastevere è ormai sempre aperta. Con spreco di denaro e con possibilità a chiunque di entrare per attività anche illecite. Ma è l'italica Giustizia, signora mia. Dura lex, sed lex. Alle volte, però, folle.
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