"Non si chiamerà più "canone Rai" - come messo a punto dal Ministero dello Sviluppo economico - ma "contributo al servizio pubblico radiotelevisivo". Si dovrà versare una somma inferiore a quella attuale di 113 euro e 50 centesimi, ma si dovrà versare tutti. Anche chi non abbia in casa né un apparecchio televisivo né un apparecchio radio e neppure internet. Tutti senza tante storie. E - come sembra - non più con un comune bollettino di conto corrente postale, ma con un solenne modello "F24". Per rendere più immediata e più facile allo Stato, magari, la "cresta" del 5% sull'incasso da girare poi alla Rai".
Alla Rai, naturalmente, tutto questo non sta piacendo affatto e in viale Mazzini, a Roma, si stanno già innalzando le barricate. Così come tutto questo non sta piacendo neppure a quanti, in casa, non hanno né un apparecchio televisivo né un apparecchio radio né internet. Ci sono? Non troppi, ma ci sono. E non stanno, appunto, gradendo. A loro basta leggerlo sui giornali che il "premier" Renzi continua a parlare, parlare, parlare.
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