"Se non mi pagherai i 1938 euro che mi devi per gli affitti - aveva intimato il proprietario di casa ad un artigiano edile con moglie, due figli e una bottega distrutta dalla crisi - preparati allo sfratto. L'artigiano edile, tra mille difficoltà, alla fine era riuscito a racimolare i 1938 euro, era corso in banca e aveva fatto un bonifico al proprietario di casa".
Tutto a posto? Macché. L'artigiano edile non aveva messo in conto che la banca avrebbe detratto tre euro di commissione per quel bonifico e, così, al padrone di casa erano arrivati "solo" 1935 euro. Quanto è però bastato al padrone di casa per insistere con lo sfratto, ma, soprattutto, quanto è bastato al giudice onorario titolare della causa per convalidarlo. E per intimare, al povero artigiano edile e alla sua famiglia, di lasciare l'appartamento. Con una ciliegina: lasciarlo il 20 aprile prossimo e, cioè, il giorno di Pasqua. Per una questione di tre euro mancati in buona fede, insomma, un dramma per quattro persone. Onore alla sensibilità del padrone di casa, ma, soprattutto, al giudice onorario.
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