"Che cosa scriverai - mi ha chiesto al telefono un amico - sulla festa dell'8 marzo?"
La risposta è stata: "niente di particolare". Perché - non solo a mio parare - la grande e complessa "questione donna" non può esaurirsi in una farsa retorica e in un'operazione commerciale di ventiquattr'ore, ma va affrontata, finché non sarà stata risolta, con un serio e concreto impegno giorno per giorno. Alla faccia delle mimose e dei vuoti "bla bla", soprattutto, di quei movimenti femministi che gli altri 364 giorni dell'anno non si sa dove stiano a dormire.
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