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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 22 marzo 2014

La partita abruzzese di Luciano D'Alfonso

"In caso sia rinviato a giudizio per reati di corruzione - si legge all'articolo 6 di quel codice etico pd che è stato denominato "Carta di Pisa" - l'amministratore si impegna e dimettersi..."
Come mai - si è allora chiesto, nella sua rubrica sull' "Espresso", Marco Travaglio - il Pd ha scelto, quale candidato a Governatore dell'Abruzzo nelle prossime regionali parziali, quel Luciano D'Alfonso il quale, quando rivestiva la carica di sindaco di Pescara, è stato arrestato nel 2008 per certe storie di mazzette e, poi, è stato rinviato a giudizio due volte per corruzione e una terza volta per truffa e falso? Ma insofferente Marco Travaglio! Quell'articolo 6 parla chiaro: in caso di rinvio a giudizio  per reati di corruzione l'amministratrore si impegna a dimettersi. E Luciano D' Alfonso non è stato ancora eletto in Regione. Come farebbe a dimettersi prima? Lo dovrebbe fare poi, quando dovesse essere eletto. Anche se il dubbio è: ma, quando dovesse essere stato eletto, lo farebbe con il fischio o senza fischio? E, semmai non volesse uscire spontaneamenete dal campo, gli fischierebbe allora il rigore e lo espellerebbe un segretario pd un po' meno disattento rispetto al primo tempo (il tempo della candidatura)?
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