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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 6 agosto 2013

...E ora, giudice Esposito?

"Silvio Berlusconi - ha detto, in una intervista rilasciata al "Mattino", il presidente della Sezione feriale della Suprema corte di cassazione, Antonio Esposito - è stato condannato non perché non poteva non sapere, ma perché sapeva proprio".
Il presidente della Sezione feriale della Suprema Corte di Cassazione, insomma, ha anticipato ad un quotidiano quelle motivazioni della condanna inflitta a Silvio Berlusconi che non sono state rese ancora note pubblicamente e ufficialmente. Ma non solo si è reso responsabile di questo atto gravissimo: quando sono arrivate le prime legittime reazioni, ha negato di essersi espresso come riportato dal "Mattino". Solo che il direttore del "Mattino", Alessandro Barbato, ha replicato affermando come il giudice Esposito abbia pronunciato le sue parole - così come registrato - "con la sintassi e con la conseguenza logica con cui sono state pubblicate". Una rivelazione illegittima, dunque, e un tentativo di infangare l'immagine di un quotidiano. Avrà qualcosa da dire in proposito, su questi due gravissimi comportamenti del giudice Esposito, il Consiglio superiore della magistratura? Sarà davvero interessante constatarlo. Anche perché, mentre l'Associazione nazionale magistrati è già prontamente e incredibilmente intervenuta per definire il "caso" come una semplice tempesta in un bicchiere d'acqua, il primo presidente della Suprema corte, Giorgio Santacroce, ha invece definito l'intervista inopportuna, ma tale da non inficiare, comunque, la sentenza emessa. Da non inficiare la sentenza emessa, certamente, ma, altrettanto certamente, da inficiare ulteriormente l'immagine di una certa Magistratura. Tanto da preoccupare legittimamente il Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, la quale ha chiesto di essere scrupolosamente informata su quanto accaduto e su come si intenderebbe procedere dopo questo "accaduto". O alla fine, tra qualche giorno, non sarà accaduto niente?
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