"Lei - era la notte tra il 31 marzo e il 1° aprile 2007 - stava uscendo dalla discoteca quando il branco era venuto fuori dal buio, l'aveva trascinata nella pineta e l'aveva violentata per ore".
Che cosa è accaduto dopo quella terribile notte? E' accaduto che lei non è stata più lei, ha perso il sorriso e venti chili di peso, ha lasciato la scuola e il paese, ha paura del buio e della gente, non ha più indossato una gonna: distrutta nel corpo e nell'anima. E' accaduto che, una volta chiamati in giudizio, i vigliacchi del branco hanno avuto l'occasione di pagare i loro difensori con i 40 mila euro che il sindaco del paese aveva prelevato, contro ogni procedura, dalle casse del Comune: tra becero maschilismo e ipotizzabile peculato. E' accaduto che il Tribunale dei minori, nonostante sia stata di nuovo riconosciuta la veridicità dei fatti riportata dalla ragazza violentata e nonostante una richiesta di quattro anni di carcere avanzata dal pubblico ministero nei confronti dei vigliacchi del branco, ha confermato in appello, dopo sei anni, la più che mite pena dell'affidamento ai servizi sociali: praticamente assolvendoli di nuovo e concendo di nuovo loro la libertà di continuare a vivere la vita come se nulla fosse accaduto. Come se per la loro vittima, invece, la vita non avesse avuto una svolta terribile e definitiva. Sei anni dopo quella notte d'infamia, c'è da chiedere, ancora una volta, che qualcuno venga a spiegare, alla gente per bene, che cosa sia, dove sia, quando sia. La Giustizia.
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