"Enrico Letta ha dato un po' ragione a tutti - ha detto l'ex segretario della "Lega nord", Umberto Bossi - ma non ha detto una sola volta dove piglia i soldi".
Ma lui, Umberto Bossi, ha mai detto una sola volta dove il suo primogenito Riccardo ha "pigliato" soldi per acquistare - anche se avvalendosi di un prestanome - lo "yacht" "Stella delta", modello "Predator 72", lunghezza 21 metri, più di 45 tonnellate di stazza, due motori da 1.550 cavalli, tre lussuose cabile, tre bagni, scafo blu notte e bianco, ponti in "teak", due potenti moto d'acqua nella stiva, immatricolato con il numero 914674, attualmente ormeggiato nel molo di quel Port El Kantaoui che è una delle mete più esclusive della costa tunisina? No, non l'ha mai detto. L'ha detto, però, qualcun altro. L'ha detto il giudice per le indagini preliminari di Milano Gianfranco Criscione secondo il quale Roberto Bossi i soldi li avrebbe "pigliati" grazie ad un'ulteriore appropriazione indebita - da parte dell'ex tesoriere della "Lega nord", Francesco Belsito - dai finanziamenti elettorali ottenuti dal partito padano. Papà Umberto, allora, farebbe forse bene a tacere su certe cose. O perlomeno a guardare, prima che ad una supposta pagliuzza nell'occhio altrui, alla "indagata" trave nell'occhio familiare.
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