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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 26 aprile 2013

L'ignobile razzismo del "Nobel"

"Brunetta che giurasse da Ministro? - così Dario Fo ai microfoni de "La zanzara" su "Radio 24" - La prima cosa da farsi sarebbe  cercare un seggiolino per poterlo mettere all'altezza della situazione. Ma, poi, il cervello di Brunetta: quello è ancora più piccolo".
Non stimare Renato Brunetta, come qualsiasi altra persona, non è certamente vietato né dai Codici né dai Dieci Comandamenti. Esprimere disistima, nei confronti di Renato Brunetta come nei confronti di qualsiasi altra persona, ricorrendo ad espressioni che facciano riferimento a particolari caratteristiche fisiche è, però, soprattutto una forma di becero razzismo. Ma forse, invecchiando, il "Nobel" Dario Fo è tornato bambino antipatico e cattivo. Oppure, addirittura, giovanotto. Il giovanotto di quella Repubblica sociale fascista così intrisa di razzismo e della quale lui fu un convinto e fervido seguace. Alle volte, sì, tornano. I fantasmi e i peccati di un tempo.
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