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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 2 ottobre 2012

Quei magistrati in carriera dopo il "flop Tortora"

"Il celebre presentatore Enzo Tortora - ha appena finito di ricordare agli italiani un "reality" televisivo - fu condannato a dieci anni di reclusione con le accuse di spaccio di droga e di affiliazione alla "Nuova camorra organizzata", ma poi la Corte d'Appello di Napoli, facendo crollare il debole e assurdo castello di carte costruito solo su false  dichiarazioni di falsi collaboratori di giustizia, tre anni dopo lo assolse con formula piena. Ma Enzo Tortora, ormai, era rimasto minato nel fisico e nella psiche e così, a 59 anni, morì  nemmeno due anni dopo l'assoluzione".
Ecco, però, una domanda più che pertinente: quale fine hanno fatto quei magistrati i quali, costruito quell'incredibile castello di carte accusatorie, segnarono la fine di Enzo Tortora come professionista e come uomo? La risposta è nel libro "Applausi e sputi" di Vittorio Pizzuto (Sperling e Kupper editori) ed è precisamente questa: Felice De Persia è arrivato al rango di membro del Consiglio superiore della magistratura e di procuratore capo della Repubblica a Nocera Inferiore, Lucio Di Pietro al rango di procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia e procuratore generale della Repubblica a Salerno, Diego Marmo al rango di procuratore generale a Torre Annunziata, Luigi Sansone al rango di presidente delle sesta sezione penale della Corte di Cassazione, Orazio Dente Gattola al rango di presidente di sezione del Tribunale di Torre Annunziata. Tutti ampiamente promossi, dunque. Sicuranmente, però, per altri meriti.
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