"Il caso dei "marò" italiani trattenuti dai magistrati indiani - ha fatto dichiarare, al suo portavoce, la baronessa Ashton de Upholland nel suo esercizio di Alto rappresentante per gli affari esteri dell'Unione europea - è per noi un caso di massima priorità".
Ma la priorità, per i baroni e le baronesse, hanno tempi così nobilmente lenti su adagi di musica da camera? Come si fa a sostenere, infatti, che quello dei "marò" italiani è stato considerato, dall'Alta rappresentanza per gli affari esteri dell'Unione europea, un caso di massima priorità se, dal giorno dell'illegale arresto, sono già trascorsi ben otto mesi senza una efficace azione e un minimo risultato? Impossibile sostenerlo senza fare la figura di un volgare mentitore plebeo. E, quindi, ecco il nobile sotterfugio della baronessa Ashton de Upholland: non dichiarare lei la ridicolaggine, ma farla dichiarare al suo portavoce di basso lignaggio.
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