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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 16 agosto 2014

Gli onorevoli e l'abuso di titolo

"Ma perché - si è chiesto un lettore - gli eletti in Parlamento vengono chiamati, ancora oggi, onorevoli?"
Giusta domanda. Non tanto perché, oggi, molti eletti in Parlamento si comportano, in vario modo, tutt'altro che onorevolmente. Quanto perché, in effetti, non c'è mai stata una norma qualsiasi che abbia introdotto un tale titolo.  Il quale titolo - basta documentarsi - proviene soltanto da una semplice prassi introdotta nel 1848 dalla Camera subalpina e, fatto non da poco, quando il mandato era gratuito e rappresentava un segno di riconoscimento. Un "onorevole", quindi, oggi del tutto abusivo. E d'altra parte, quando Fausto Bertinotti fu chiamato a presiedere la Camera nel 2007, si è sempre rivolto ai suoi membri chiamandoli semplicemente e correttamente deputati e non onorevoli. Ma, poi, Fausto Bertinotti è passato ed è ripassato l'uso improprio di onorevole. Ora, poi, ci provi qualcun altro ad abolire il titolo: scoppierebbe la rivoluzione. Anche tra quei cosiddetti "peones" i quali in Parlamento non contano nemmeno un fico secco, ma nel loro territorio elettorale vengono riveriti proprio perché "onorevoli".
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