"Matteo Renzi - il titolo e il sommario di copertina dell'ultimo numero de "L'Espresso" - aveva promesso di abbassare la pressione fiscale. Ma ora le famiglie dovranno fare i conti con imposte sulla casa molto più alte che in passato. Vanificando così il "bonus" di 80 euro". "Quello di Renzi - ha scritto tra l'altro, nel suo tradizionale editoriale domenicale su "la Repubblica", il fondatore Eugenio Scalfari - è un gioco di immagini e di specchi, di annunci ai quali la realtà corrisponde molto parzialmente. La sola vera conseguenza è il suo rafforzamento personale a discapito della democrazia la cui fragilità sta sfiorando il culmine". "Renzi - ha dichiarato, in una lunga intervista sempre su "La Repubblica", Romano Prodi - è più forte (dopo il vertice ultimo dei "grandi"), ma l'Europa guarda ai fatti, non alle belle parole".
"L'Espresso" e "La Repubblica", insomma, come "Panorama" e "Il Giornale" berlusconiani. "Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io"? Oppure Matteo Renzi l'ha forse combinata grossa - chissà se, chissà come, chissà quando - ai danni dell'editore de "L'Espresso" e de "La Repubblica"? Oppure, ancora, che cosa? Un fatto, comunque: il giovane "premier" Matteo Renzi farebbe bene a preoccuparsi di queste improvvise, contemporanee e concentriche uscite che sono arrivate da un vecchio mondo che lui non è riuscito a "rottamare". E che potrebbe dirla lunga su quanto potrebbe accadere anche a breve termine.
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