"La Camera - con voto segreto - ha respinto il progetto di legge del Governo sulla responsabilità civile dei giudici e ha approvato un emendamento, presentato dalla "Lega nord", molto più severo e circostanziato".
Nulla di compromesso, per il Governo, perché tutto dovrà ora passare per il Senato. Anche se, alla Camera, è stato un sonoro ceffone. E, al Senato, i numeri sono ancor meno sicuri. Scanso equivoci, comunque, la casta dei magistrati ha subito reagito. Gridando all'incostituzionalità e ad un attentato all'indipendenza dei giudici, ma insinuando anche che il voto nasconda la volontà di certa politica di indebolire la Magistratura proprio mentre sta indagando su di lei. Ci sarà da capire meglio, indubbiamente, se sia stato giusto il voto della Camera o se siano giuste le reazioni del Consiglio superiore della magistratura e dell'Associazione nazionale magistrati. Resta comunque già ora difficile concepire come "un comportamento, un atto o un provvedimento giudiziario posti in essere in violazione manifesta del diritto, un dolo o una colpa grave nell'esercizio della funzione di magistrato o un diniego di fare giustizia" non debbano richiamare una responsabilità personale del giudice. Anche se - dalla Cina - il "premier" Renzi sembra invece concepire benissimo il contrario: "Alla Camera - le sue parole - solo una tempesta in un bicchier d'acqua. Si aggiusterà tutto in Senato". Come già si dice, naturalmente, con votazione palese e non più a scrutinio segreto. Ad eventuale riprova che la legge non è affatto uguale per tutti. Che le responabilità personali non devono essere uguali per tutti. A cominciare dai giudici.
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