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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

domenica 15 settembre 2013

Trasparenza 1

"Ciascun gruppo si dota di un proprio sito internet - recita testualmente l'articolo 5 del nuovo regolamento di contabilità approvato, da tutti i partiti, il 16 gennaio scorso al Senato - sito nel quale sono pubblicati e resi liberamente disponibili i seguenti documenti: organizzazione interna del gruppo, gli estremi dei mandati di pagamento, assegni e bonifici bancari, rendiconti e relazioni sulla gestione".
Ebbene, dopo più di otto mesi, che fine ha fatto questo nuovo regolamento sulla trasparenza dei vari gruppi? E' diventato così trasparente che i gruppi, meno due, non l'hanno più visto e, dunque, applicato. Non l'ha più visto il Pdl tutto preso dal trasferimento della propria sede in una specie di reggia. Come la "Lega nord" che, evidentemente, ha dura anche la vista. Come "Scelta civica" del purissimo professore Mario Monti. Come l'Udc del Pierfurby. Come l' "Italia dei valori" dell'ex "Mani pulite" Antonio Di Pietro. Come il "Movimento 5 stelle" che della trasparenza aveva fatto la sua bandiera elettorale tanto da inserirla nel suo stesso statuto. Come il "Sel" di Niki Vendola che, infatti, è quell'acronimo di "Sinistra Ecologia Libertà" che non comprende anche la "t" di trasparenza. Quali, invece, i due gruppi che hanno osservato il nuovo regolamento? Il "Gruppo per le autonomie" (Psi, Union Valdotaine, Sudritoler Volkspartei, Autonomisti tirolesi, Movimento italiani all'estero)  e quel Pd pur così impegnato al proprio interno, in vista delle primarie per eleggere il nuovo segretario, e nel decidere che cosa fare, del Governo Letta, nel caso di una eventuale decisione del Pdl di uscire dalla maggioranza. Un dieci e lode, comunque, al "Gruppo per le autonomie" e al Pd. A tutti gli altri, ai quali non è servito evidentemente neppure il rimando a settembre, zero spaccato. E magari fosse stato possibile, anche, in punizione dietro la lavagna in ginocchio sui ceci.
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