Tutto - ricostruendo con i "media" - è avvenuto così: Silvio Berlusconi si è riunito alle 13, nella villa di Arcore, con i "falchi" Daniela Santanché, Denis Verdini, Sandro Bondi e l'avvocato Niccolò Ghedini e, alle 17,30, è stata notificata, ai Ministri del Pdl, la decisione che avrebbero dovuto presentare immediatamente le loro dimissioni dal Governo".
Ma come? Una decisione siffatta uscita da un vero e proprio "gabinetto di guerra" e con la presenza soltanto dei falchi più falchi invece che uscita, democraticamente e ponderatamente, in una riunione degli organi direttivi che vedesse presenti anche le "colombe"? Proprio così. Come i re tiranni decidevano, nella loro reggia, con i loro più stretti consiglieri e, poi, partiva l'editto per città e per campagne. Ma anzi. Sarebbe potuto accadere di più. Silvio avrebbe addirittura potuto convocare il suo Mosè 2013 e dettargli, da un'alturina dietro il suo tempio brianzolo, i comandamenti da trasmettere al suo popolo di eletti.
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