"Lo sbaglio di noi magistrati - ha detto, alla presentazione del libro "L'onere della toga" di Lionello Mancini, il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini - è di non avere mai fatto un'autocritica o una riflessione... Si è verificato, ed è inaccettabile, che alcune indagini sono servite ad altro per gli stessi magistrati, per carriere, per entrare in politica... A muovere i magistrati non deve essere l'approvazione della gente, ma il dovere di fare bene il proprio mestiere".
Ma davvero ha detto tutto ciò proprio quella Ilda Boccassini la quale - come racconta la sua storia di magistrato - non si è mai sognata di fare un'autocritica o una riflessione, ha mandato avanti con estrema determinazione alcune indagini che sarebbero servite ad altro e, in certi casi particolarmente clamorosi, è stata mossa proprio dall'opinione pubblica e da alcuni "media"? Ebbene sì, proprio lei. E allora? Allora forse, uscendo dal Tribunale dove da anni opera, potrebbe essere stata fulminata sulla via per la libreria dove si presentava il volume di Lionello Mancini. Ilda Boccassini come Paolo di Tarso sulla via per Damasco?
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