"Antonio Ingroia - su segnalazione degli Ordini degli avvocati di Roma e di Palermo - sarà sentito, dalle Procure delle due città, sul suo essersi presentato come legale di parte civile nel processo cosiddetto "Stato-mafia" tuttora in svolgimento a Palermo".
Antonio Ingroia, infatti, potrebbe essere chiamato a rispondere di un'accusa non lieve come quella di abuso della professione forense. Ma perché, una volta dimessosi dalla Magistratura, si è dimenticato di iscriversi all'Ordine degli avvocati? Questo no perché questo lo ha fatto. Quello che non ha fatto è stato il non avere ancora giurato davanti al Consiglio dell'Ordine (preliminare obbligatorio) e, comunque, il non avere atteso - come da legge 247 del 2012 - due anni dall' uscita dalla Procura precedentemente occupata e non avere considerato la sua impossibilità di rivestire un ruolo in quel processo cosiddetto "Stato-mafia" per avere già firmato lui, come magistrato, la conclusione delle indagini e dopo avere addirittura partecipato, il 29 ottobre dello scorso anno, all'avvio dell'udienza preliminare. Tutto questo, insomma, quell'Antonio Ingroia magistrato duro e puro, paladino di legalità e di rispetto delle norme quale si è sempre dichiarato? Proprio lui. Ma, evidentemente, sono cose che possono accadere anche ai migliori.
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