"Il "leader" dell'Udc Pierferdinando Casini - secondo voci raccolte dal "Corriere della sera" - aveva sempre sperato di potersi accomodare sulla poltrona di Presidente del Senato. Ma, poiché, come stanno andando le cose, sembra che, alla fine, su quella poltrona finirà per accomodarsi il "suo" professor Mario Monti in attesa di un auspicato balzo alla Presidenza della Repubblica, lui, il Pierferdy, starebbe già preparando la carta di riserva: Ministro della Difesa".
Ma - un momento - si è già andati alle urne e le urne hanno già decretato che Pierferdinando Casini ha ottenuto un così notevole risultato da potersi permettere di legittimare prime o seconde scelte nel contrastato terreno delle Istituzioni? Certamente no. E, allora, non con quale faccia (perché la sua faccia è quella), non quale autorità (perché la percentuale prevista per l'Udc è oggi pari ai gradi di un termometro invernale), ma con quale correttezza nei confronti dei partiti tutti in lizza e, in particolare, nei confronti dei suoi alleati di lista? In più, comunque, una curiosità: ma perché proprio Ministro della Difesa - tra "F35", sottomarini, carri-armati e relative odiose spese militari - e non Ministro alle politiche sociali e alla famiglia per concretizzare quel suo tanto vantato e sbandierato programma elettorale con tanto di "nihil obstat", oltretutto, di Oltretevere? Misteri. Chissà, però, se gloriosi, gaudiosi o dolorosi.
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