"Vinceremo - ha proclamato, nel teatro "Astor" di Agrigento deserto all'inverosimile, Gianfranco Fini - sì, vinceremo".
A forza di fare passi indietro, evidentemente, Gianfranco Fini è tornato, addirittura, ad oltre settant'anni fa. Al 1940. A quel 1940 allorché un suo avo ideologico trascinò l'Italia in una guerra sciagurata. Che tutti sanno finì, invece, con una umiliante e tragica sconfitta. Anche perché quel suo avo mandò i nostri poveri soldati a combattere con i carri armati e i fucili di latta e gli scarponi di cartone. E, però, Gianfranco Fini come niente. "Vinceremo", va proclamando. Non avendo neppure più, già da tempo, un solo soldato valido, due o tre paia di scarponi anche di cartone e qualche arma di latta. Quanta verità, dunque, in ciò che scrisse Samuel Beckett in un suo celebre romanzo: "Si nasce tutti pazzi, ma alcuni lo restano".
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