"Tre rumeni - giunge notizia da Varese - sono evasi dal carcere utilizzando il classico sistema del taglio delle sbarre, delle lenzuola annodate per calarsi giù e dello scavalcamento del muro di cinta".
Episodio tale e quale, dunque, a quello, protagonisti due albanesi, di non troppi giorni fa a Parma. Ma - ciò che è più grave - tale e quale a quelli che possono ancora vedersi solo in classici vecchi "films" d'autore. A carceri italiane antiquate, dunque, antiquate anche evasioni? Ma, se possibili nei classici vecchi "films" d'autore, come mai anche nella realtà di oggi? Conseguenza - si difendono le guardie carcerarie - dei tagli ulteriori voluti dal Governo. Senz'altro così. Ma non si sarebbe mai arrivati a credere che i tagli avrebbero colpito perfino le spese per gli occhiali con i quali vedere chi, per squagliarsela dalla galera, si metta a tagliare pazientemente le sbarre della cella, si annodi comodamente le lenzuola, ci si cali agevolmente giù, attraversi tranquillamente il cortile e scavalchi quietamente l'alto muro di cinta. No, davvero, questo - nonostante Mario il "satanasso tagliatore - non si sarebbe mai arrivati a crederlo. E intanto, dal primo gennaio di quest'anno ad oggi, le evasioni - calcolando anche le due avvenute nel carcere di Casal del marmo a Roma - sono state già sei. Una, in media, ogni nove giorni scarsi.
.
Nessun commento:
Posta un commento