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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 7 febbraio 2013

Fassina versus Monti

"Il Governo Monti- ha lanciato il sasso il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina - lascerà un debito pubblico di sei-sette miliardi, spese non coperte per funzioni essenziali, che dovranno essere dunque affrontate dal nuovo Governo. Sarebbe giusto che il "premier" uscente, prima di lasciare Palazzo Chigi, lo riconoscesse".
Ma lo riconoscerà, prima di uscire da Palazzo Chigi, l'uscente "premier" Mario Monti? Tutto lascia presumere per il no. Anche perché lui, il professore bocconiano, sta dipingendo la situazione che  lascerà come una situazione così bella e così buona che - come va sostenendo - potrebbe consentire di alleggerire l'Irpef di 15 miliardi e l'Irap di 21. Consentirebbe, però, a lui. Soltanto, beninteso, se tornasse in qualche modo lui. Perché gli altri - come  va elegantemente ripetendo - sono tutti degli incapaci e degli ignoranti. E lui, invece, è un capacissimo dotto con tanto di lauree, di cattedre e di "masters". Anche se, poi, sembra non sapere applicare la teoria alla pratica. E, se qualcuno glielo fa notare, poco bocconianamente prende la ramazza e - come da simpatica "battuta" di Pierluigi Bersani - corre a nascondere la polvere sotto il tappeto.
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