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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

mercoledì 6 febbraio 2013

Ai sensi del codice della coerenza

"Una volta entrati in politica - ha detto, al "Corriere della sera", quello Stefano Dambruoso candidato alla Camera in Lombardia 1 con la lista "Scelta civica" di Mario Monti - i magistrati non devono più tornare a giudicare perché hanno perso la terzietà".
Più che giusto ed opportuno. Peccato, però, che Stefano Dambruoso, una volta entrato in politica, non si sia chiuso dietro le spalle la porta della Magistratura. Non si è dimesso, cioè, per non tornare più a giudicare. Ha soltanto  chiesto, al Csm, l'aspettativa. Che significa: aspettate, per favore. Ove dovesse andarmi male o dovessi un giorno comunque ripensarci, rimettetemi a giudicare. Il tutto, evidentemente, ai sensi dell'articolo 1 del Codice della coerenza.
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