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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

domenica 26 gennaio 2014

"Riforme mie", "No mie"

"Le mie riforme - va ripetendo Matteo Renzi - possono essere modificate tranne che sulle questione delle liste bloccate". "Le sue riforme? - sta cercando di accreditarsi Silvio Berlusconi - Ma se quelle sono le riforme che noi avremmo voluto fare, da vent'anni, ove non ci fosse sempre stata l'opposizione della sinistra".
Le riforme, insomma, come un giocattolo conteso. Da una parte il più birichino Matteo il quale - come racconta ancora il parroco di Rignano sull'Arno il quale lo ha visto crescere - aveva, già da ragazzino, la tendenza a mettersi in mostra anche come chierichetto. Dall'altra parte il più prepotente Silvio il quale - come efficamente sentenzia, comunque, un antico proverbio friulano - " a 6 anni s'é z'é putei, a 60 se torna quei" (e, cioè, a 6 anni si è bambini, a 60 ci si ritorna). Ma le riforme non possono essere un giocattolo da contendersi tra un birichino ex chierichetto e un prepotente tornato bambino. Siamo seri. Sempre se possibile.
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