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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 17 gennaio 2014

A sentenza prima di ascoltare la difesa

"Ad acoltare le ragioni del Ministro Nunzia De Girolamo - alla Camera - erano presenti soltanto pochissimi ministri e ancor meno deputati. Non erano presenti, neppure, moltissimi di coloro i quali avevano insistito che lei andasse in aula a dare la sua versione di quei certi fatti che le sono stati oltretutto addebitati, almeno fino ad ora, ma non dalla Magistratura".
Di che cosa, tuttavia, meravigliarsi? I processi, ormai, si fanno prima nelle sedi politiche e nelle redazioni dei giornali, poi, semmai, nelle aule giudiziarie. Non solo: questi processi vengono fatti arrivare a sentenza perfino senza dare prima la parola alla difesa. Tanto è vero che, quando è il suo turno, non si va appunto a sentire. Perché andare a sentire Nunzia De Girolamo? La sentenza era stata già emessa: dimissioni. Ma - ecco lo scandalo - non in ottemperanza ad un giudizio dei magistrati: perché molto comodo per quanti - a sinistra, al centro, a destra - hanno l'obiettivo di mettere sempre più in difficoltà il Governo Letta. Ma, se questa continua ad essere la nostra politica, al di là del caso specifico del Ministro Nunzia De Girolamo, povera Italia.
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