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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 30 gennaio 2014

Vittorio il basito

"Siamo basiti - ha scritto, in un fondino in prima pagina su "Il Giornale", Vittorio Feltri - per il fatto  che una signora (per giunta onorevole) si sia presa la briga di denunciare un suo collega solo perché ha dato del boia a Napolitano".
Impressiona, innanzitutto, quel "solo perché". Una quisquilia, cioè, una pinzillacchera insultare il Capo dello Stato. E da non credere che una parlamentare abbia deciso di perdere tempo e faccia nel denunciare quel vergognoso insulto. Che, se anche fa ulteriormente basire Vittorio Feltri, si configura come reato - ancora oggi, sì, giustamente - in un articolo del Codice penale. Ma, poi, una curiosità: perché Vittorio Feltri, parlando di sé, usa il "plurale maiestatis"? "Siamo basiti" e non sono basito? Si ritiene forse un Papa o un re e, comunque, al di sopra del Presidente Napolitano? Ecco allora perché, quando qualcuno insulta invece lui, lui non basisce e lo denuncia.
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