"Matteo Renzi - è stato il responso dei settemila Circoli pd - è, per noi, il nuovo segretario ideale del partito".
E Matteo Renzi, il quale è già molto di suo presuntuoso e provocante, se n'è uscito, riferendosi alla "vecchia guardia" del Pd, con un non poco inquietante "Sarò il Natale per molti tacchini". Davvero, però, riuscirà a cucinarli tutti arrosto per le feste? Uno dei "tacchini" in lista, Massimo D'Alema, non solo non si è messo paura, ma, intanto, gli ha mandato a dire di ritenerlo spiritoso sì, ma molto superficiale e ignorante. Ignorante non tanto nel senso di maleducato quanto nel senso di uno che non sa. Che non sa, in particolare, la storia del Pd e di molti suoi anziani dirigenti i quali al Pd hanno garantito, in passato, grandi successi. E che, prima di parlare superficialmente, neppure studia e si informa. Solo che anche Massimo D'Alema, alla fine, potrebbe essere imputato di superficialità e di ignoranza perché mostra di non sapere o di considerare irrilevante il fatto che Matteo Renzi, da giovanotto giovanotto, è stato segretario provinciale fiorentino del Partito popolare italiano. Un post-democristiano, cioè, cresciuto alla scuola di Rocco Buttiglione, Gerardo Bianco e Pierluigi Castagnetti. E allora?
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