"Nel 2012 - è emerso da una indagine a campione portata a termine nelle tre università romane - 521 studenti su 848 e quest'anno 340 su 546, pur di famiglie più che benestanti e spesso ricchissime, hanno presentato autocertificazioni di redditi irrisori per non pagare le tasse di iscrizione e per beneficiare di borse di studio, sconti su posti-letto, mense, acquisti di libri, abbonamenti ai trasporti pubblici e molto altro".
Al di là di un giudizio naturalmente severissimo nei confronti di tutti questi giovani truffatori di ricca o ricchissima famiglia, una considerazione amara e sconfortante: quanti mascalzoni fra coloro i quali, una volta usciti dall'università, dovrebbero essere chiamati a ricoprire gli incarichi più delicati e più responsabili nei vari settori del Paese.
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