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"Perché - si è presentata sorpresa, agli uffici dell'Inps, la signora Silvana Rivara - non sto ricevendo più la pensione?" "Perché - è stata la risposta - lei è morta". "Come morta? Eccomi qui, viva e vegeta". "Questo lo dice lei: ci porti una bella documentazione che attesti ciò che sostiene". Cosicché la signora Silvana Rivara è stata costretta a spendere tempo e denaro per la certificazione richiestale, l'ha presentata agli uffici dell'Inps ed è tornata ad avere la pensione con i dovuti arretrati".
Assurdità, dunque, sanata e superata? Questa sì. Perché, a stretto giro di posta, se n'è presentata un'altra. "Cara signora Silvana Rivara - le ha notificato l'Agenzia delle entrate - lei non ha dato conto, nei tempi prescritti, di alcune rate di pensione e, dunque, paghi con tanto di multa. Si trattava, ovviamente, delle rate che la signora Silvana Rivara non aveva percepito in quanto morta per l'Inps e poi, dopo certificazione adeguata, dall'Inps resuscitata. Solo che l'Agenzia delle entrate non ha voluto tenere conto della prima assurdità dell'Istituto di previdenza e ha insistito per aggiungere anche la sua. Cosicché la signora Silvana Rivara, ora, è stata costretta a perdere nuovamente tempo e denaro (e, questa volta, molti di più) per opporsi a quella multa che, tra l'altro, è arrivata ad annoverarla, ingiustamente, fra gli italici evasori fiscali veri. Ma l'Italia è il Belpaese o il Paese delle bruttissime follìe?
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