"Un gruppo di ragazzi fra i 14 e il 15 anni - la notizia arriva da Cecchina, in provincia di Roma - aveva preso l'abitudine di aspettare che facesse scuro, si appostava su un cavalcavia, da lì tirava sassi sulle auto di passaggio e restava nascosto per vedere l'effetto che faceva".
"Ci annoiamo - hanno cercato di giustificarsi ai carabinieri i quali li hanno colti finalmente sul fatto - qui non c'è niente da fare: dovevamo pure inventarci qualcosa per passare il tempo". Ma davvero a Cecchina, per i ragazzi, non c'è niente da fare se non gettare sassi da un cavalcavia sulle auto di passaggio? Non c'è un libro, un anziano da assistere, un pallone da prenedere a calci in un campetto? Davvero, per passare il tempo, non c'è altro di meglio che attentare alla vita del prossimo? Non è così. E quanto sostenuto da quei ragazzi per giustificare il loro comportamento è, al limite, ancora più grave del loro stesso comportamento. Più grave, ma anche più preoccupante. Non solo per loro, ma anche per le loro famiglie. E per una società sempre più malata e sempre più indifferente ad ogni sua malattia.
.
Nessun commento:
Posta un commento