"Il tecnico informatico Claudio Sciarpelletti - ha comunicato ufficialmente il Vaticano - è stato condannato "per avere aiutato ad eludere le investigazioni" sul caso dei documenti papali trafugati dal maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, ma i quattro mesi della pena comminatagli gli sono stati subito ridotti a due e, poi, la pena gli è stata perfino sospesa e gli è stata concessa anche la "non menzione".
Riassumendo, dunque, il grave scandalo dei documenti trafugati a Benedetto XVI sembra essersi così concluso: un anno e sei mesi agli arresti domiciliari, in attesa della grazia papale, per il maggiordomo infedele Paolo Gabriele; due mesi con la sospensione e la non menzione della pena per il tecnico informatico Claudio Sciarpelletti; assoluzione piena, perché assente ogni indagine, ogni imputazione, ogni rinvio a giudizio per quanti, nell'ombra, si sono pur sicuramente mossi nell' "operazione furto" e nell' "operazione divulgazione". "Fiat voluntas Dei?" Macché: si faccia, ed è stata puntualmente fatta, la volonmtà di una certa setta che, all'interno dei Sacri palazzi, non è per niente soddisfatta di alcune cose che Benedetto XVI dice, decide e fa. E così, sul processo celebrato nell'aula del Tribunale vaticano, è sceso un provvidenziale, più o meno forzato, "amen".
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