"Il Comune di Napoli - come da bilancio - avrebbe dovuto incassare dall'imprenditore Alfredo Romeo, per danni erariali, una somma che la Corte dei conti aveva valutato in 87 milioni".
Come è andata a finire? E' andata a finire che Giggino 'o sindaco (all'anagrafe Luigi De Magistris) ha deciso di chiudere il "caso" con una transazione che ha permesso ad Alfredo Romeo di cavarsela con soli 50 milioni. A parte questo vero e proprio regalo, comunque, altri fatti lasciano perlomeno perplessi. Il primo è che, non contento del ricco "presente" di ben 37 milioni, Giggino, nelle vesti attuali di sindaco, ha affidato, ad Alfredo Romeo, anche un ricco futuro: vendere circa tremila alloggi popolari per conto del Comune. Il secondo è che Luigi De Magistris, nelle vesti trascorse di giudice autodefinitosi sempre in lotta contro i poteri forti e la masso-mafia, si era espresso in questi termini nei confronti di Alfredo Romeo: "Nell'ambito del sodalizio da lui costituito, egli svolge la sua attività, dà direttive agli altri sodali, collude con pubblici amministratori al fine di turbare le gare e di corrompere pubblici ufficiali". Che cosa è cambiato, dunque, nel "curriculum" di Alfredo Romeo e nel giudizio di Luigi De Magistris nei suoi confronti? Quale candeggina, insomma, ha smacchiato quel "curriculum" e quel giudizio? Sarebbe interessante avere delle risposte chiare. Anche per non essere costretti a pensare male.
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