"Il redattore di "Repubblica" Giuliano Foschini - decisione della Procura di Lecce - è stato iscritto nel registro degli indagati e ha avuto casa e ufficio messi a soqquadro dalla polizia perché "reo" di avere pubblicato una lettera nella quale due pubblici ministeri di Bari chiedono conto di un certo comportamento del giudice per le indagini preliminari Susanna De Felice in merito ad una vicenda che vedeva chiamato in causa, anche, il Governatore della Puglia, Niki Vendola".
Ma quale la motivazione della Procura di Lecce per questa iscrizione del giornalista Giuliano Foschini nel registro degli indagati? Ricettazione. Il che - alla luce dell'assurda normativa vigente - potrebbe, al limite, essere tollerato se però, nel contempo, la Procura di Lecce avesse iscritto nel registro degli indagati - ai sensi di un preciso articolo del Codice penale - anche chi avesse illecitamente consegnato al giornalista Giuliano Foschini, per procurare a sé un qualche profitto, la lettera dei due pubblici ministeri su Susanna De Felice. Questa iscrizione del "consegnatore" illegale, però, non c'è stata. E allora ancora una volta, come dice un proverbio popolare, "cane non morde cane". Ma, come dice la realtà dei fatti, giornalista sì.
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