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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 10 febbraio 2012

Un silenzio che non giova a nessuno

"La professoressa Silvia, figlia di Elsa Fornero e di Mario Deaglio - riassumendo dai giornali - si è laureata in medicina a soli 24 anni (con ben quattro anni di anticipo rispetto ai neomedici "sfigati"), a 28 anni si è specializzata in oncologia, a 31 ha ottenuto un incarico nel prestigioso "Beth israel deaconess medical center" di Harvard, subito dopo è stata assunta come capo unità di ricerca all' "Human genetic fundation" di Torino e, già dall'età di 22 anni ad oggi, ha anche avuto il tempo di dare alle stampe ben 93 pubblicazioni".
Un vero fenomeno - non c'è che dire - di intelligenza, di apprendimento e di determinazione. Cosicché nessuno avrebbe potuto nutrire la minima sorpresa nel momento in cui, a soli 32 anni, Silvia Deaglio Fornero è stata infine chiamata, quale professore associato di genetica, nella facoltà di medicina dell'Università torinese. A far nascere qualche perplessità, invece, è stata una parte della ritrovata motivazione di questa "chiamata". Esattamente la parte là dove la commissione giudicatrice presieduta dal professor Alberto Piazza ha annoverato, tra le qualità della brava Silvia, la sua "ottima capacità di attrarre fondi di finanziamento per la ricerca". In qual modo? Naturalmente come capo unità di ricerca della "Human genetic fundation". Quella "Human genetic fundation" riccamente finanziata, a sua volta, dalla Compagnia di Sanpaolo. Quella Compagnia di Sanpaolo, infine, della quale - a quei tempi - mamma Elsa era la vicepresidente, ma la quale - soprattutto - poteva e può contare su uno straricco finanziamento dell'Istituto bancario Sanpaolo. Coincidenze, invidie, malignità, ipotesi azzardate? Possibile, certo. Sarebbe stato tutto più chiaro e più semplice, però, se la brava Silvia Deaglio Fornero (la quale, tra l'altro, lavora da tempo nella stessa università di mamma e papà) invece di chiudersi in uno sdegnato silenzio, avesse accettato di rispondere a tutte le domande dei giornalisti. La notorietà e la celebrità, oggi, hanno sempre, purtroppo, qualche prezzo da pagare.

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