"Quasi settecento giorni fa - ha ricordato "L'Espresso" - l'allora Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, presentò opportunamente, in Parlamento, un disegno di legge anticorruzione".
Quale fine ha fatto questo disegno di legge sempre più urgente, visto - anche - che il Presidente della Corte dei conti, appena una settimana fa, ha stimato in sessanta miliardi di euro l'anno la corruzione in Italia? E' presto detto. Dopo essere stato approvato in Senato, è stato poi, da allora, chiuso a chiave in un cassetto alla Camera. Perché nessuno potesse rubarlo o perché nessuno potesse ricordarsi di doverlo definitivamente approvare? Per una risposta certa, magari, chiedere alla potente "Lobby Pgic". Quella dei "Piccoli e Grandi Italici Corrotti".
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