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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 20 febbraio 2012

Per fortuna che c'è Adriano

"Tra i sette nuovi cardinali italiani recentemente nominati da Benedetto XVI - basta leggere con attenzione - ben tre sono da tempo vicini a quel Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che a fine anno potrebbe lasciare il suo importante incarico al compimento dei 78 anni di età. Esattamente Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato, Domenico Calcagno, segretario dell'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, e Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura degli affari economici della Santa sede".
Tre eminenze, insomma, con il potere politico-economico vaticano in mano. E, quindi, con in mano i "giochi" anche quando dovesse arrivare, per il loro "faro" Tarcisio Bertone, il tempo di dedicarsi almeno burocraticamente - per volontà sua oppure no - alla meditativa pensione. Quando dovesse aprirsi, cioè, quella successione alla quale non pochi - "in primis" il cardinale "antibertoniano" Mauro Piacenza, attuale Reggente della potente Congregazione per il clero - stanno già lavorando neppure troppo segretamente. Non solo: quando addirittura - "Libera nos, Domine" - dovesse addirittura aprirsi quella successione a Benedetto XVI alla quale altri non pochi - "in primis" proprio Tarcisio Bertone e l'attuale Arcivescovo di Milano, Angelo Scola - si stanno già preparando con "pensieri, opere ed omissioni". Benedetto XVI, nell'imporre le berrette ai nuovi cardinali, ha sì giustamente ammonito tutti che queste non debbano intendersi come "un simbolo dello stile mondano del potere e della gloria", ma questa giusta ammonizione sarà stata recepita soprattutto dai vecchi cardinali singoli o già riunitisi in sante cordate? Si starà a vedere. Anche se non dovrebbe esserci alcun problema perché continuerà per fortuna ad aggirarsi, tra i suoi eremi mascherati da lussuose ville e tra i suoi laici conti in banca, il noto "Savonarola de noantri". Quel fra' Adriano che, se il Collegio cardinalizio dovesse proprio derogare dalla sua esclusiva missione di fede, non esiterebbe a salire sul pulpito per auspicarne, tra apocalittici tuoni e fulmini, l'immediata chiusura.
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