"Corruzione e malaffare - ha denunciato il Presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, nell'inaugurare l'anno giudiziario - sono fenomeni ancora notevolmente pesanti nel Paese".
Reazioni a questa denuncia? Tante. Ma due meritano di essere sottolineate in particolare. La prima: il Governo ha chiesto, al Parlamento, altro tempo per mettere a punto le misure che intenderebbe proporre proprio per reprimere il fenomeno che - sempre secondo il Presidente della Corte dei conti - sta costando ogni anno, allo Stato, sui sessanta miliardi. La seconda: Antonio Di Pietro, uno dei Cavalieri dell'Apocalisse che avrebbe dovuto estirpare il male alla fine del secolo scorso, se n'è uscito affermando "non rimpiango la Prima Repubblica, ma la Seconda è ancora peggio". E, quindi, sottoscrivendo in modo autolesionistico che quella della famosa "équipe Mani Pulite" non fu un'operazione di alta chirurgia giuridica, ma solo un impietoso accompagnamento verso la fine di alcuni partiti che, malati come tutti gli altri, come tutti gli altri sarebbe stato possibile lasciare in vita. E ai quali, invece, fu staccato l'ossigeno. Con i sopravvissuti e i nuovi venuti a fare - parola, anche, della Corte dei conti - ancora di più e ancora di peggio.
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