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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 20 febbraio 2012

Code di paglia

No - aveva saggiamente detto il 15 febbraio, nel suo discorso al Consiglio superiore della magistratura, il Presidente Giorgio Napolitano - no a troppe esternazioni esorbitanti i criteri di misura e a certi inopportuni incarichi politici".
Come è stato accolto, dai giudici, questo saggio invito? Bene, almeno ufficialmente, da tutti meno uno. Uno di nome Antonio, di cognome Ingroia, nato a Palermo, di professione procuratore aggiunto ed esternatore a senso unico, segni particolari presunzione e suscettibilità. Il quale, infatti, ha così subito scritto sulle colonne del giornale politico "L'Unità":"Non posso ipotizzare che quell'intervento del Presidente Napolitano volesse bacchettare me". Denotando, appunto, una "coda di paglia" astiosa quanto fuori luogo. Perché, se l'onesto e saggio Presidente Napolitano avesse davvero avuto l'intenzione di bacchettare solo lui, gli avrebbe spedito la bacchettata con tanto di indirizzo personale. Il Presidente Napolitano invece, quel 15 febbraio al Consiglio superiore della magistratura, ha elargito il suo invito in generale. A tutti. Ad alcuni come incitamento a non farlo mai, ad altri come incitamento a non farlo più. Ma il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, evidentemente, ritiene che lui sia tutto e tutti e che tutto e tutti girino intorno a lui. Si dovrebbe rilassare. Leggendo, magari, qualche massima significativa di un maestro quale Giovanni Falcone. Come, ad esempio, questa: "Molti colleghi pensano di avere vinto un concorso per diventare Dio e si comportano da Padreterni". E - c'è purtroppo da aggiungere - in nome del popolo italiano.
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