"I Comuni - come noto - avrebbero dovuto fissare entro il 23 maggio le aliquote di quella Tasi che va pagata entro il 16 giugno. Ma non lo hanno fatto che pochissimi e, così, i cittadini stanno rischiando di trovarsi a dover fare i conti (perché, contrariamente a quanto preannunciato, non riceveranno a domicilio alcun modulo già compilato) e a pagare (non si capirà bene quanto e perché) nel giro di pochissimi giorni".
Ma perché questo grave ritardo dei Comuni? Beh, non solo per le loro ormai più che sperimentate inefficienze, ma anche perché i sindaci hanno ragionato che non sarebbe stato loro conveniente - soprattutto là dove il 25 si voterà anche per il rinnovo delle Amministrazioni locali - scaricare sui cittadini aliquote che non sarebbero state in ogni caso leggere e ben accolte. E però, ove il Governo dovesse alla fine decidere uno slittamento del pagamento, i sindaci - quelli non "scaduti", quelli riconfermati e quelli nuovi - "scenderebbero in piazza" per protesta perché verrebbero a maancare loro i fondi per andare avanti. Un'altra storia all'italiana, insomma, fra tragedia e commedia dell'arte. Un'altra gravissima testimonianza di quanto potrebbe essere difficile, con tutta la buona volontà, cambiare questo nostro Paese. Cambiarlo, beninteso, nell'interesse e nel rispetto dei cittadini.
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