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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 23 luglio 2015

Incredibile Ingroia

"Lucia Borsellino non sarebbe dovuta entrare nella Giunta di Rosario Crocetta - ha detto la sua l'ex magistrato Antonio Ingroia - Con un cognome così il rischio di essere strumentalizzata era reale".
Strumentalizzata? Semmai ingannata prima e poi - come pubblicato da "L'Espresso"- addirittura proposta per "fare la fine di suo padre Paolo" ucciso dalla mafia. Insomma, per l'ex magistrato Antonio Ingroia, Lucia Borsellino da vittima a colpevole. Da vittima di un sistema malavitoso a colpevole di essersi impegnata, in Regione, proprio per combatterlo. Incredibile. Incredibile, oltretutto, se sostenuto da un ex pubblico ministero il quale si vanta di essere stato il "padre" del procedimento "Stato-mafia" e che, con un cognome come il suo, non ha invece ritenuto esistere alcun rischio di strumentalizzazione quando ha accettato, dal Governatore Crocetta, la "presidenza d'oro" della già chiacchierata "Sicilia e-Servizi". E quando, su "indicazione" della Regione, ha liberamente accettato di assumere, in modo irregolare, ben 75 persone. Senza essere ingannato prima e, magari, per evitare poi la stessa fine di quel Paolo Borsellino il quale fu  suo prezioso maestro quando lui iniziò la carriera di magistrato. Invece di sostenere accuse strampalate e vergognose, allora, Antonio Ingroia farebbe bene a preparare la sua difesa per il giorno in cui un suo collega, che lo ha indagato, gli chiederà conto di quelle 75 assunzioni irregolari. Lui, sì, colpevole e non vittima.
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