Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 10 aprile 2015

Palazzo di Giustizia di Milano 1

"Pieno mandato molto forte - hanno voluto assicurare, dopo l'assurdo episodio avvenuto ieri  al Palazzo di Giustizia di Milano - il "premier" Renzi e, al suo seguito, il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano - per fare piena chiarezza: bisognerà accertare chi, come, perché abbia sbagliato".
Forse, prima di attendere i rapporti non a brevissimo tempo dei soliti "preposti", il "premier" Renzi e il Ministro degli Interni Alfano, per fare piena chiarezza, potrebbero ascoltare quell'Umberto Valloreja il quale, oggi responsabile dell'archivio del Tribunale, ha militato nell'Arma dei Carabinieri e, magari per deformazione professionale, ha ben preciso perché tutto sia potuto accadere. E cioè - come ha ritenuto dover ricordare, già ieri, ai cronisti - perché il controllo degli accessi al Palazzo, una volta affidato ai Caranieri, è stato poi appaltato ad aziende di sicurezza private; perché nel 2011, addirittura, il Comune di Milano - che ha in gestione il Palazzo e ne paga le relative spese - ha ridotto il capitolato, ha così dimezzato anche la presenza di guardie giurate armate alle entrate e le ha affiancate con dipendenti civili disarmati di un'azienda privata senza curarsi se i tornelli d'ingresso fossero sempre e tutti funzionanti o meno;  perchè un gruppo di aziende specializzate in vigilanza ha sì impugnato subito la decisione davanti al  Tar - motivandola che, se pure rispondesse ad esigenze di bilancio, non rispondeva invece a quelle di garantire la sicurezza dell' "obiettivo" - ma il Tar ha respinto il ricorso e perché il Comune di Milano non ha ritenuto appellarsi al Consiglio di Stato con la giustificazione che la modifica del contratto d'appalto non avrebbe inficiato l'efficienza della vigilanza. Ecco molto chiari e già da subito, dunque, i motivi per cui tutto sia potuto accadere al Palazzo di Giustizia di Milano e, anche, i responsabili. Ma - per il Governo e per la Magistratura - che valore possono avere le conoscenze di un semplice capo archivista ancorché ex carabiniere? Si farà, quindi, la solita bella commissione e, se possibile, teleguidata. Arrivederci, insomma, chissà a quando e chissà con quali risultati. Limitando alla fine  tutto, magari, alla sola responsabilità di quella persona la quale, al varco degli avvocati che non ha "metaldetector, aveva fatto passare l'assassino armato e munito o no - ancora non è stato accertato con sicurezza - di un falso tesserino dell'Ordine.
.

Nessun commento: