"Il giudice del Tribunale di Lecco Gian Marco Fausto De Vincenzi - ha dato notizia "Il Giornale" - avendo picchiato ripetutamente la moglie, avendola sbattuta a terra e contro il muro e avendole perfino impedito di recarsi al pronto-soccorso, subirà ora un processo disciplinare davanti al Consiglio superiore della magistratura".
Un processo davanti al suo organo disciplinare e non davanti a un giudice di Corte d'assise? E perché? Forse che un magistrato reo di violenze è diverso da un qualsiasi altro violento? Oppure dev'essere sfuggita una legge che sancisce come chi si macchi di un reato comune debba poi risponderne al suo organo disciplinare? Come dire: se un cronista dovesse infierire sulla propria moglie, sarebbe l'Ordine dei giornalisti - e non il Tribunale - a giudicarlo e a sanzionarlo. Roba da matti. O più semplicemente, ancora una volta, roba da casta.
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