""Che cosa ci dà il Tibet? La saggezza e la spiritualità del Dalai Lama. Che cosa ci dà invece la Cina? Un padiglione faraonico, un milione di visitatori promessi, affari colossali all' "Expo 2015" si è posto amleticamente la domanda il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia".
Il suo dilemma, però, è durato soltanto il tempo di un battito di ali di farfalla. Niente cittadinanza onoraria al Dalai Lama, infatti, per non irritare la Cina (contraria a questo evento) e per non perdere, di conseguenza, il grande affare dell' "Expo 2015". In tempi come questi, per carità, non c'è da meravigliarsi se, nelle borse mondiali e non solo, lo jen cinese è ad alti livelli e la spiritualità non è neppure quotata. C'è da meravigliarsi, invece, che ad avere sciolto il dilemma in favore della Cina sia stato proprio quel Giuliano Pisapia il quale, in tempi non sospetti, aveva inserito proprio il Dalai Lama tra i personaggi da lui più amati e stimati. E il quale, con fiero cipiglio, in Consiglio comunale ha tenuto a precisare di "non accettare "diktat" da nessuno. Evidentemente, però, ricatti sì.
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