Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 8 agosto 2015

Quel pernacchio alla Corte Costituzionale

"La Costituzione - all'articolo 97 - sancisce che agli impieghi pubblici si acceda mediante concorso. Ma l'Agenzia delle entrate, da quando è nata nel 2001, di concorsi non ne ha indetto  neppure uno e, così, due terzi della sua dirigenza sono stati promossi, senza procedure pubbliche, a discrezione dei capi".
La Corte Costituzionale, anche se con 14 anni di ritardo, ha dunque giustamente sentenziato - nel marzo scorso - che i dirigenti così illegalmente promossi dovessero essere considerati decaduti. Sono decaduti? Nemmeno per sogno. Il Governo, anzi, ha già fatto approvare, in Commissione al Senato, un emendamento alla legge sugli Enti locali con cui, serenamente, si sterilizza la giusta sentenza della Corte Costituzionale. Con il risultato che i dirigenti da far decadere rimarranno invece ai loro posti, e con i loro stipendi, finché, fra un anno e mezzo, verrà finalmente indetto il primo legittimo concorso pubblico. Un contribuente così, se commette anche un minimo errore, viene perseguitato dall'Agenzia delle entrate. Ma l'Agenzia delle entrate, se viola la Costituzione, non viene perseguitata da alcuno. Viene aiutata, anzi, a sopravvivere nella illegalità. C'è da chiedersi, ancora una volta, ma che Paese è l'Italia?
.

Nessun commento: